MACERATA – Un nuovo tassello si aggiunge al processo di ricostruzione che il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, e la sua amministrazione stanno portando avanti sin da subito dopo gli eventi sismici che hanno messo in ginocchio l’area montana dei Sibillini.
«La grande rete di solidarietà che si è attivata a livello nazionale e locale – spiega il primo cittadino Alessandro Gentilucci – ci ha consentito di avviare in tempi brevi interventi importanti per alleviare le difficoltà dei nostri concittadini, a cominciare dalla realizzazione della nuova scuola. Un processo che, per fortuna, non si è mai interrotto e che anzi continua a manifestarsi con grande generosità».
E così, accanto ai primi recuperi di edilizia pubblica destinati ad accogliere famiglie ospitate nelle Sae ed ai lavori avviati da privati, si sono andati delineando altri interventi fondamentali per la comunità. «La scuola materna, già conclusa, e l’asilo nido, in fase di realizzazione – prosegue Gentilucci – il parco giochi e la nuova autorimessa comunale così come la pista ciclabile che sarà pronta per la prossima primavera, ed altre iniziative tutte volte a creare le condizioni per ricostruire un senso di comunità.
Tra queste spicca il contributo raccolto dalla Fondazione Francesca Rava per un importo di circa 750mila euro che, sommato all’impegno garantito dall’organizzazione Succisa Virescit e dal Comune stesso, consentirà di realizzare in tempi brevi una palestra e centro civico negli spazi adiacenti l’istituto scolastico Mons. Paoletti».
I lavori sono già iniziati ed hanno riservato una prima sorpresa: sono stati infatti ritrovati reperti archeologici durante gli scavi preliminari «che testimoniano quanto sia antico l’insediamento originario di Pieve Torina e quanto profonde le nostre radici: probabilmente Piceni e poi Romani in quel che rimane di una antichissima struttura produttiva secondo le indagini coordinate dalla Soprintendenza».
Il centro civico sorgerà in quell’area «ma preserveremo i reperti, anche murari – conclude il sindaco – perché testimoniano la storia antica e la caparbietà della nostra gente, che abita qui da secoli e vuole continuare a viverci per il prossimo futuro».